“Ricordi” di Giordano Bracchetti

 

 

 

·        C’era una volta

 

C’era una volta, tanti e tanti anni fa, il tempo della poesia, dei sogni, degli ideali (?).

 

Fumo le prime sigarette aspettando l’apertura pomeridiana della palestra, davanti al cancello di ingresso ai campi sportivi del Liceo Scientifico Vittorio Veneto.

“Astor”, “Peer”, “Turmac”, “Muratti”, pacchetti acquistati di contrabbando o in Svizzera, durante la gita domenicale.

Alcuni compagni si dichiarano già rigorosamente contrari al fumo, impenetrabili alla curiosità o insensibili al rito.

 

Le foto sono la testimonianza più crudele che mi resti di quei tempi.

La professoressa Bontempi, con i biondi capelli composti in un leggero vento di una tarda mattinata primaverile, i compagni così vicini e così lontani; io compagno irriconoscibile di me stesso.

 

Al mattino, a piedi o in bici, percorro senza pensieri via Diomede; piazzale Lotto; via Gignese; l.go Gavirate; via Gavirate. Ecco l’ingresso davanti al quale alcune pattuglie di studenti commentano l’arrivo delle studentesse che si accomiatano dal genitore prima di salutare svogliatamente i compagni.

I libri e l’astuccio tenuti dalla cinghia elastica multicolori sono in assetto precario.

La campana ci costringe ad entrare: il bidello attento vigila sull’esuberanza di alcuni scalmanati.

L’arcigna professoressa, con le spesse lenti e l’im-peccabile chignon, redarguisce verbalmente severa.

Nei corridoi gli ultimi, i ritardatari, bussano alla porta della classe ed entrano chiedendo scusa. Non tutti.

 

Che cosa si fa oggi? Come sempre si inizia con l’appello. Si prosegue con l’interrogazione. Si chiude con l’il-lustrazione del IV capitolo. 2a ora: Storia. Polverini o Bonetti? Momigliano o Spini o Quazza?

I miei libri – quei pochi non ceduti a poco prezzo - deposti nella valigia, reperti di un tempo lontano, conservano sbiaditi le sottolineature, le note a margine, le macchie, i punti di domanda, i commenti. Leggo e rileggo, mando a memoria. Poche volte apprendo facilmente, ma i voti in 1a e 2a sono buoni. Il migliore è Cavallini Riccardo; ma Govoni Stefano segue dappresso; non male anche Lodati Claudio – sì quello alto e magro vicino a Burroni; più distanziata Geat Anna.

Silenzio! Là in fondo… C’è tutto bene sul Lamanna…

 

Come eravamo: noi con i primi pantaloni lunghi, le ragazze tutte col grembiule nero. Nel 1964.

La professoressa Galluppi, vivace, bassa e procace, illustra un teorema, la voce squillante, perforante, implacabile. Se la prende con Collodello Vittorio, lì sotto ai suoi occhi al primo banco del primo quartiere, distratto dal vicino Miscio Valerio o dalle figurine di Rivera e Maldini? Grande il Milan di Rocco! Ma Felice Riva era già scappato in Libano? Ahimè (o aimè) non ricordo. Ma sì, c’era già Carraro!

Avanzano e si consolidano i Beatles: “Love Me Do”, “Please Please Me”, “She Loves You”: a me piacciono subito. Musica nuova finalmente.

Abbasso Claudio Villa, Luciano Tajoli, Natalino Otto, il Quartetto Cetra, Nilla Pizzi.

Il professor Salati si vede poco, quasi mai.

L’insegnamento del Francese assegnato a supplenti in perenne lotta con le difficoltà della sintassi, delle coniugazioni, della pronuncia: metodi didattici inesistenti, labo-ratori linguistici inutilizzati. Usque tandem?

Alla fine ci sarà l’esame di maturità! Ce n’è di tempo davanti. Ti piace questa scuola?

 

Nell’intervallo, ad ogni piano, si possono acquistare dai bidelli le focacce. Quelli che frequentano la quarta e la quinta, approfittano della loro maggiore età e si approvvigionano per primi.

 

Che confusione cronologica.

 

Periodicamente ci tocca il compito in classe. Di latino; di italiano; di francese; di matematica; di geometria (?); di disegno.

Il professor Cavallo alla lavagna della Sua aula illustra l’assonometria. Le viste dal lato dall’alto davanti. Col compasso, la squadra, la riga, un’altra squadra, la penna a china, il goniometro - che casino! - si costruiscono i triangoli isoscele, equilatero, il quadrato, il pentagono, l’esagono, i solidi, il cilindro – che si ottiene facendo ruotare un rettangolo su uno dei suoi lati, la piramide – avente per base un poligono e per facce tanti triangoli uniti in un punto detto vertice, quanti sono i lati della base; la prospettiva. Magico artificio. Le bottiglie o i vasi, trattati con la gomma pane diventano dei fogli impresentabili, pieni di ditate, di sfumature nel posto sbagliato, come per gli ovoli di inesistenti modanature classicheggianti e per i capitelli dorici o corinzi non ha importanza. Che fine hanno fatto questi disegni sporchi come lenzuoli indecorosi?

 

Non sarebbe meglio studiare anche il greco? Perché mi dai sul capo il tubo di plastica? Mi fai male, pirla! Battigelli farà l’architetto.

Sezioni A/B/C/D/E/F per 5 anni x 30 alunni = 900 persone che vivono fianco a fianco quotidianamente e pensano insieme per 4500 ore al giorno.

Non trovo più l’Odissea e sono disperato.

 

Assegnato alla sezione F del liceo scientifico Vittorio Veneto, ho vissuto un quinquennio di crescita fisica, psichica, culturale, politica, sentimentale, emozionale, ……il primo giorno di scuola, però, non lo ricordo chiaramente. Che confusione cronologica, ma che racconto indimenticabile gli stupidi scherzi, le frasi cattive, le incomprensioni, le simpatie, le inimicizie, le bigiate, le gite annuali, gli amori, le invidie e le gelosie.

 

 

·        “Ma se vedrai sventolar bandiera gialla”

 

Cerco di rimettere ordine; osservo nuovamente le foto di gruppo.

 

1a F: la prof Bontempi racconta del fratello ingegnere che avrebbe progettato lo svincolo autostradale di Fiorenza, quello dove, per evitare pericolosi movimenti strutturali, tra una campata e l’altra ci sono dei denti d’acciaio che si compenetrano, colmando gli spazi vuoti, in caso di dilatazione termica. “Giù le mani da Cuba!!!”

2a F: il professor Robecchi, ondeggiando a passeggio per la classe, con una lunghissima continua imperitura sigaretta, dalle dita alle labbra e viceversa, ci legge e commenta “I Promessi Sposi”.

3a F: povera professoressa Cecchetti, non dimentico che Lei è “Buona sì, ma scema no!”, che è “Tutta sudata e noi qui, freschi come rose”. Rivedo il professor Tissoni che - “Comodi, prego” - accende una Muratti e cita a memoria, tra brevi colpi di tosse. Le chiedo perdono per la mia maleducazione adolescenziale. “Azzurro, il pomeriggio è troppo azzurro….”. Un commosso pensiero a Lorenzo Bandini. “Dal dì che nozze tribunali ed are concesser agli Dei…”

Anche Maurizio e Vittorio, al mattino, prima di entrare a scuola, cantano le Lodi con Roberto Formigoni, nella Cappella del PIME, in via Mosè Bianchi.

4a F: A maggio Parigi è il centro del mondo, tutti in piazza “Ce n’est qu’un debut, continuons le combat!!!…” – cambiamo le regole, vietato vietare. “Français, Françaises….c’est le Général De Gaulle qui vous parle…”. Godard, Lelouche, Resnais, Malle, Les Etats Generaux Du Cinema…………, studenti ed operai in marcia contro la guerra nel Vietnam. Americani GO HOME. Chi sono i situazionisti? Rimandato a settembre – francese, latino, chimica.

In agosto Radio Praga allerta e allarma il mondo: i carri armati sovietici hanno varcato il confine e muovono sulla capitale. Addio socialismo dal volto umano. Ho riparato con buoni voti. “Ma perché non hai studiato durante l’anno?”, mi domanda acida la Melzi, prof di chimica e scienze, un chiodo vispo, stridula voce del dovere. “Maria Vittoria, ti desidero tanto… domenica vengo al mare a trovarti”.

 

 

·        “Titire tu patule recubans sub tegmine fagi…”

 

5a F: anno 1969. Dalla Luna alla Strage. Anno vociante, diverso, nuovo, strabiliante, denso, ricco, vorticoso, eccitante, tumultuoso, sorprendente, dirompente, travolgente, agghiacciante, disperato, luttuoso, ammutolente.

Dove se n’è andata la Zanzara? Torino, Pisa, Milano, Roma. Sciopero! Sciopero! Assemblea! Tutti in Aula Magna! Affiggiamo qui il ta tse bao! Dov’è il megafono? Cosa farò da grande?

“Perché non sei venuta?”

Stimatissimi Fiorentino Sullo e Mario Ferrari Aggradi, io Vi ringrazio per avermi consentito questo nuovo esame, ma vi rendete conto di che grande cagata state combinando?

Bello il tuo eskimo. “Re Carlo tornava dalla guerra”

 

Al Parco Sempione osservo con Ruggero le corse felici di un agile cane sui prati circostanti la biblioteca comunale, presso cui prendo in prestito libri su Giosuè Carducci. Desidero prepararmi approfonditamente sul Poeta per sostenere una buona interrogazione in italiano. “Salve Piemonte”: oggi non ricordo nient’altro. Primo vivo sole di fine aprile.

 

Ciao Aldo, mi dai un passaggio a casa? Sì, mi siedo dietro io, davanti lascio Renato (com’è scomoda ’sta Mini).

 

 

·        “Balla Linda, non stancarti mai”

 

Impossibile farcela anche concentrando tutti gli sforzi solo sulle materie estratte dalla sorte; come potrò svolgere il compito di matematica o colloquiare di fisica con esito positivo? Meglio trascorrere una spensierata mattinata al parco di Monza, con Renato, Roberto, Aldo, Ruggero, Cristina….

 

“C’è vita sulla luna? Sì un po’ al sabato sera”. Calde notti di luglio, sonni agitati, mitigati dal ricordo della dolcezza di un tenero bacio.

Pure i militanti di Servire il Popolo, quelli sul cui petto brilla la tonda dorata faccina del Presidente Mao su fondo rosso, studiano di brutto. Non voglio rimanere un altro anno in questa scuola, ormai insopportabile, a disquisire di assi cartesiani, curve, minimi e massimi; di leggi termodinamiche, rotazione di corpi celesti, aestetica in nuce, Garibaldi ferito. Fatemi uscire, anche se non sono innocente. Mi sono iscritto al liceo scientifico per frequentare successivamente la facoltà di ingegneria, ma prometto che non ci andrò, che mi dedicherò ad altre professioni od attività che nella rivoluzione sociale imminente oggi non sono ancora chiaramente descrivibili (…) ho le idee confuse e mi è più facile affermare ciò che non voglio.

 

 

·        “Aquarius, Aquarius…”

 

La scuola occupata è risvegliata dalle note dell’Internazionale trasmesse da Radio Tirana, diffuse dagli altoparlanti installati nelle aule; il professor Devizzi non si vede, invece lei, la Crivelli, arriva e, nonostante lo sbarramento oppostole, riesce ad entrare. Tito Branca è sospeso ed in definitiva non si combina un gran che… Paolo può confermarlo. Poi tutti a Vigevano a disegnare la piazza stretti intorno alla supplente di disegno non tanto carina ma simpatica.

Ruggero è un grande affabulatore; può parlare per ore di poesia prosa politica economia storia. Da D’Annunzio a Malaparte e Pavese, da Faulkner alla Beat Generation per non tacere di Hemingway, da Baudelaire a Camus, da Tolstoj a Solzenitzyn, dalla Comune di Parigi alla crisi del 29’, da Ricardo a Taylor, dal Congresso di Livorno al revisionismo di Longo, Amendola e Napolitano, attraverso l’approfondimento delle figure di Lenin e Trotzkij.

Febbrile irrequietudine intellettuale carica di utopistici ideali che lo porta a doversi confrontare su diversi fronti del pensiero, vissuti come mondi comunicanti di un universo più ampio e carico di contenuti (cazzo!) Un’attitudine, insomma, a divorare montagne di libri con un’estrema naturalezza anche se non sempre con rigore scientifico, che ha dell’incredibile, gettando nelle discussioni di studio la forza interiore delle sue brucianti letture interpretative (2° cazzo!) Qualche volta, però, mentre leggo ad alta voce brani dai libri di testo, si addormenta esausto sul suo verde divano letto.

 

Caro Achille, che pedali contento in sella alla tua bici da corsa, preferisci Motta, Gimondi o Adorni?

 

Ciao, ragazzi. Ci vediamo domani nell’atrio della scuola davanti ai tabelloni.

 

 

G.B. 7/9/00 2a ediz.