“Donne e motori”
di Renato Guerriero

 

·        Ancora la cena

 

In occasione della cena dello scorso anno, per il nostro primo incontro dopo 30 anni di silenzio, mio figlio mi ha offerto la sua Vespa 50. “Così ti sembrerà di essere veramente tornato ai tuoi tempi” mi disse. Rifiutai l’offerta (forse i 50 anni cominciano a farsi sentire) ma non ho potuto fare a meno di ricordare un episodio relativo alla mia Lambretta.

 

All’uscita dalle lezioni mi trovavo, fermo davanti al liceo, alla guida della stessa; sul sellino posteriore c’era Roberto Fonzo. Malauguratamente una professoressa (non ricordo quale) alla guida della sua automobile non poteva uscire dal parcheggio per la presenza di un’altra moto.

Per gentilezza, forse meglio ruffianeria, mi offri di spostare la moto che ostruiva il passaggio, ma in tal modo lasciai la Lambretta accesa in mano a Roberto che però non la sapeva guidare.

Ed infatti, preso da chissà quale raptus, Roberto accelerò il motore e lasciò di scatto la frizione.

Risultato: la Lambretta si impenna, lo disarciona, e prosegue su una sola ruota verso le auto posteggiate sul lato opposto. Ne riga tre o quattro e poi si ribalta nuovamente verso la strada abbattendosi su un’auto che sopraggiungeva. Non me ne voglia Roberto per questo mio ricordo; egli sa bene che il fatto non ha minimamente incrinato i nostri rapporti di vicini di banco e che anzi ha saldato la nostra intesa per tutti e cinque gli anni del liceo.

 

Un altro episodio si ricollega a mio figlio; quando ha saputo che avevo preso solo 39/60 all’esame di maturità non ha mostrato molto credito alla mia giustificazione che il prete/professore di matematica aveva preso un abbaglio affermando che avevo copiato il compito di matematica.

Voi sapete che non fu così; forse il vederlo proclamato pubblicamente riuscirà a scalfire il suo scetticismo ed a rivalutare la carriera scolastica paterna.

 

·        Altri ricordi. Alzi la mano chi tra i maschietti...

 

Ma altri ricordi anche meno personali si affollano nella mia memoria: chi non ricorda lo snocciolare del dizionario italiano ad opera del nostro Prof. Bossi? Ogni giorno una parola nuova e sempre più difficile. Ora, arrivato evidentemente alla zeta, è passato alle citazioni illustri e non contento del pubblico ristretto della nostra V F è arrivato alla televisione.

 

Anche Roberto mi stupiva ogni tanto con le sue dotte domande: una per tutte quella volta che chiese spiegazioni sul pensiero dei radicali. Io lo confesso non sapevo neanche della loro esistenza (e forse, vista la reazione della classe, anche tutti voi).

 

E la genuina allegria di Collodello? Sia chiaro: non nelle ore di lezione, perché all’arrivo dei prof si trasformava nella serietà in persona facendo il pari solamente con il lungo Lodati.

 

Al contrario di Ruggero sempre scherzoso anche se camuffato da serio: spesso mi capitava di non capire se stesse prendendo in giro o meno l’interlocutore del momento.

 

Un pensiero anche per la voce baritonale dell’amico Aldo di Bassano del Grappa se non ricordo male. Quante volte l’ho accompagnato ad Arese in moto; quante volte è passato lui a prendermi prima con la 500 poi con la mini. Molte cose ci accomunavano, non ultimo la cotta per la stessa ragazza.

 

A proposito di ragazze: alzi la mano chi tra i maschietti, non ha fantasticato almeno una volta, cosciente o non cosciente, sulle due caratteristiche fisiche più evidenti della sempre sognante ed incredula Adriana. Più sognante di lei era però Giorgio Moise: forse perché il più giovane fra tutti noi sembrava sempre cadere dalle nuvole.

 

Vi ricordate la Prof Melzi? Per i primi anni non sono riuscito a fare breccia nel suo cuore; sufficienze risicate e responsabile di ogni e qualsiasi inconveniente. Una volta qualcuno aveva aperto la finestra durante l’intervallo; dopo aver chiesto ad ognuno degli occupanti i posti vicino alle finestre, da Dedè a Fonzo, se erano stati loro ed avendone avuto risposta negativa, per il solo fatto che io ero l’ultimo della fila, sentenziò un brutale “Guerriero perché hai aperto la finestra?” senza alcuna possibilità di replica. Ma infine un’anima buona mi consigliò di mandarle una cartolina di auguri per le feste comandate; detto fatto: buoni voti e comunicazione nettamente migliorata.

 

Qualcuno è poi andato a fare il trasloco della Cecchetti? Ricordo la preghiera di aiuto del Tissoni ma non il risultato della stessa. Ed al riguardo come non ricordare le ripetizioni collettive di fisica a cura del padre di Dedè mosso a compassione per la nostra misera condizione di piccoli scrivani?

 

Renato Guerriero.